Egr. Direttore,
la ringrazio per l’ospitalità che mi concede nel pubblicare la lettera di commiato ad una militanza durata 23 anni, quella mia, nella Lega Nord.
Sulla base di quello che sta succedendo al partito, con varie lotte di potere interne e per la politica ormai "romana" che la Lega sta attuando, in questo ultimo anno è maturata in me la volontà di abbandonare la militanza.
Tale decisione si è concretizzata con gli eventi di questi ultimi mesi, infatti ho deciso di non rinnovare per l’anno 2011 la tessera di socio militante ordinario, una delle prime tessere rilasciate nel 1988 dopo l’elezione a consigliere comunale di Gandino.
Era il lontano 1987, quando mi capitò tra le mani un volantino della Lega Lombarda con titolo “Padroni a casa nostra”e nello scorrere il programma capii che quanto scritto era ciò che io e molta gente del Nord, pensavamo; da quel giorno non persi tempo a contattare la segreteria di Bergamo e ad organizzare a fine 1987 un’assemblea pubblica a Gandino.
Da quel momento fu un susseguirsi di incontri per la costituzione dei vari gruppi di sostenitori in tutta la Val Seriana e da lì a poco iniziarono ad arrivare i successi elettorali.
Il primo fu nel 1988 quando decidemmo di presentare la lista alle comunali di Gandino, il risultato fu quello di ottenere un consenso del 25%, mandando per la prima volta la D.C. al compromesso storico con il P.C.I.
L’anno dopo fu eletto il primo sindaco della Lega nel comune di Cene, nel 1992 venni eletto alla Camera dei Deputati, con 4800 preferenze, in veste di Onorevole.
Ricordo la visita turistica guidata, alla Camera dei Deputati, organizzata da Bossi: eravamo 55 parlamentari accompagnati dai Commessi, per prenderne visione; feci una domanda al capo dei Commessi, un certo Rosi: “Cosa ne pensa dei titoli dei quotidiani sulla calata dei nuovi Barbari a Roma?” La risposta fu secca e lapidaria “Veda Onoree, qui ce so passate pure le Brigate Rosse, e non è successo niente, anche voi ce passate, noi ce restemo”.
Con il passare dei quattro anni romani (legislatura 92 - 93 e 94 - 96, ndr) e in quelli successivi nel mio natural ruolo di imprenditore, capii che le parole di Rosi erano la realtà, quella millenaria del potere romano.
La Lega di lotta in cui tutti noi credevamo e che culminò con la presenza di un milione di persone sulle rive del Po nel lontano 1996, con l’accordo fatto con Berlusconi per le politiche del 2001, è diventata la “Lega Romana”, del magna-magna, in entrambi i sensi, vedesi da ultima l’abbuffata di coda alla vaccinara con polenta avvenuta sul sagrato di Montecitorio, del resto sempre più persone pensano che ora la Lega sia una delle tante società del gruppo Fininvest, dove l’amministratore Umberto ogni lunedì sera va a prendere ordini ad Arcore, notizia della stampa degli ultimi giorni, che radio Padania ha venduto proprie frequenze al gruppo Mondadori.
La delusione nei vecchi militanti è tantissima, tanto che ad uno ad uno abbandonano la militanza; dopo 25 anni di Lega non è cambiato niente, non si è ottenuto nemmeno un punto di quelli predicati, tanto meno adesso che si è al Governo, si è solo stati in grado di ratificare Roma capitale, inviare centinaia di milioni di Euro per ripianare buchi di bilancio dei comuni di Roma, Catania, Napoli, regolarizzare migliaia di precari al Sud e come ultima Maroni che mette a disposizione il residens dell’accoglienza a 5 stelle per i nuovi clandestini, ma non aveva detto che li avrebbe rispediti a casa loro?
Ormai è evidente a tutti la corsa del Senatur (dopo la disfatta della Credinord) ad accaparrarsi posti di potere economico: fondazioni bancarie, enti regionali, statali, expo 2015 dove ci saranno da gestire 15 miliardi di euro, a cosa deve servire la legge sulle intercettazioni? serve forse a coprire l’eventuale spartizione??
E poi guarda caso i mercenari del potere leghista non si accontentano di un posto, si fanno assegnare doppi, tripli e a volte quadrupli incarichi tutti ben remunerati, sconcertante inoltre è stato il dictat di imporre la candidatura del “Trota” alle elezioni regio nali, nella lista elettorale di Brescia anziché in quella di casa sua a Varese, come a dire che per 12.000 Euro netti al mese non era disponibile nessuno del 1.000.000 di bresciani.
Per fortuna noi della Lega che ce l’abbiamo duro, dovevamo essere quelli “Diversi”, nient’affatto, mi sarei aspettato una reazione da parte dei vertici lega, di rottura con Berlusconi in questi ultimi mesi, soprattutto un distacco per l’invasione africana che ci troveremo a pagare di nuovo noi gente del Nord sia in materia di sicurezza, che economica, ma purtroppo da parte di Bossi e della famiglia Marrone c’è il silenzio, la lega e il suo spirito ideale sono congelati perché come menzionato sul libro “Umberto Magno” scritto da Leonardo Facco, il simbolo dello spadone è di Berlusconi.
Con il passare di questi ultimi anni mi sono spesso chiesto il perché fossero stati espulsi dal movimento personaggi come Miglio, Gnutti, Pagliarini, la risposta è univoca, al padrone unico non piace che altri prendano applausi e bagni di folla pertanto vanno eliminati prima che crescano troppo.
Inoltre dove è finita la Lega del cappio sventolato in aula a Montecitorio durante l’intervento di Craxi nel 1993 sulla corruzione dei partiti?? Possibile in questi ultimi anni che ogni qualvolta arrivi in aula da parte della magistratura la richiesta di autorizzazione a procedere al processo di un parlamentare in odore di mafia la Lega non insorga per farla passare?
Un partito politico o movimento non può andare lontano con un segretario che vede la sua successione politica solo nei propri figli, del resto sono passati parecchi anni, dall’ultimo congresso, forse è per la paura di contestazione da parte della militanza che non se ne fanno più? Inoltre adesso le candidature prima di qualsiasi elezione, anziché essere scelte dalla base, come fino al 1996, sono decise in una cucina di famiglia da un pugno di colonnelli, annullando di fatto la democrazia e libertà di scelta che il popolo padano-alpino si aspetta da tanti anni.
Mi dispiace parecchio per quel folto gruppo di militanti, di sindaci, assessori, consiglieri comunali che stanno cercando con tutte le loro forze di operare al meglio sul territorio, ma purtroppo per certe decisioni prese al vertice, vedono vanificati i loro sforzi e la loro buona volontà, soprattutto ora che sarà varato il “nuovo federalismo fiscale” , li vedremo costretti ad aumentare l’irpef e ad applicarci le tasse sulle nuove opere, tutto questo grazie al piano di rientro sui conti pubblici di 45 miliardi di euro impostoci dall’ Europa, e di conseguenza Roma deve effettuare tagli ai trasferimenti destinati ai comuni, e agli enti locali, ma non sarebbe stato meglio, tagliare la spesa pubblica, come sempre sventolato da via Bellerio prima di ogni campagna elettorale? (i cittadini non capiscono dove dovranno pagare meno tasse).
Nel frattempo le nostre aziende chiudono, i servizi pubblici per cui paghiamo esose tasse si sfasciano, la nostra sicurezza viene continuamente minacciata e l’assalto alle nostre case sono all’ordine del giorno, ben lontani sono quei tempi nei quali noi ragazzi giocavamo liberi per strada e le porte di casa erano sempre aperte, la dirigenza della Lega ormai Berlusconizzata non si è accorta della voglia che la gente comune come me ha di seccessione e libertà dalla politica romana.
Sono certo che la libertà e l’autodeterminazione delle regioni del nord si otterrà quando tutte le persone si convinceranno che per cambiare veramente la nostra condizione di eterni pagatori, ci dobbiamo dimenticare totalmente di “Roma” e quando si tratterà di essere chiamati a votare per la rielezione di Camera e Senato si rifiuterà di an dare a sostenere un partito, attuando una sorta di disobbedienza, poiché sono tutti uguali e cioè romani. IL NORD NON DEVE VOTARE ROMA.
Anticipo che io farò parte di quel folto gruppo di cittadini che per le elezioni romane non andrà a votare, dopo 25 anni di Lega non è cambiata una virgola, anrò che con la nuova legge elettorale “Porcellum” voluta fortemente dalla Lega i listini sono bloccati e la gente non ha più la facolta di scegliere il candidato a lei più congruo.
Concludendo, voglio informare che comunque il mio impegno politico sicuramente continuerà, con la stessa energia dei primi anni novanta e sarà solo e sicuramente in quei movimenti locali e regionali finalizzati alla gestione e controllo della libertà del nostro territorio padano-alpino.
LIBERI E PADRONI A CASA NOSTRA
Gandino, 21 Marzo 2011
Cordiali saluti
Ongaro Giovanni
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