Brescia, domenica 17 ottobre 2011 - Più di cinquanta amici e simpatizzanti dei Circoli PD di Bernareggio e Carnate hanno partecipato, domenica 17 ottobre, alla visita di Brescia, la città nominata "Leonessa d'Italia" per il grande coraggio dimostrato dai suoi cittadini durante il periodo del Risorgimento.
Tema della visita: "Il coraggio civile, ovvero coraggio individuale e collettivo". Durante la giornata, infatti, il gruppo ha avuto modo di visitare i principali monumenti della città che testimoniano la lunga storia e il grande valore storico e civile di Brescia.
Momento importante della visita è stata la sosta in Piazza della Loggia, dove il 28 maggio 1974 un attentato terroristico compiuto da gruppi neofascisti uccise 8 persone e ferite 102. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista.
I partecipanti hanno poi continuato la visita nel centro di Brescia per tutta la giornata. E' stata un'importante occasione per scoprire il patrimonio artistico e culturale della città lombarda e allo stesso tempo ripercorrere con la mente momenti fondamentali della Storia Italiana, antica e recente.
Brescia viene chiamata Leonessa d'Italia, per coraggio (1849) nella resistenza di popolo al ritorno dell'impero dopo l'illusione della liberazione quarantottesca; coraggio non effimero, ma di lunga durata; dopo il '49, nel 1859-60, forte partecipazione di popolo al soccorso di migliaia di feriti nelle vicine battaglie (Solferino, San Martino); chiese e case trasformate in ospedali; coraggio nella partecipazione alle spedizioni garibaldine, nel movimento operaio del Novecento, nella Resistenza antifascista; nella risposta determinata alla strage fascista (Piazza della Loggia); ed infine, negli anni presenti, coraggio nell'integrazione con altri popoli, così da essere capofila tra le città e province a più alta densità d'immigrazione.
Giosuè Carducci - 16 Maggio 1877
Scuotesti, vergin divina, l'auspice
ala su gli elmi chini de i pèltasti,
poggiati il ginocchio a lo scudo,
aspettanti con l'aste protese?
o pur volasti davanti l'aquile,
davanti i flutti de' marsi militi,
co 'l miro fulgor respingendo
gli annitrenti cavalli de i Parti?
Raccolte or l'ali, sopra la galea
del vinto insisti fiera co 'l poplite,
qual nome di vittorïoso
capitano su 'l clipeo scrivendo?
È d'un arconte, che sovra i despoti
gloriò le sante leggi de' liberi?
d'un consol, che il nome i confini
e il terror de l'impero distese?
Vorrei vederti su l'Alpi, splendida
fra le tempeste, bandir ne i secoli:
" O popoli, Italia qui giunse
vendicando il suo nome e il diritto ".
Ma Lidia in tanto de i fiori ch'èduca
mesti l'ottobre da le macerie
romane t'elegge un pio serto,
e, ponendol soave al tuo piede,
- Che dunque - dice - pensasti, o vergine
cara, là sotto ne la terra umida
tanti anni? sentisti i cavalli
d'Alemagna su 'l greco tuo capo? -
- Sentii - risponde la diva, e folgora -
però ch'io sono la gloria ellenica,
io sono la forza del Lazio
traversante nel bronzo pe' tempi.
Passâr l'etadi simili a i dodici
avvoltoi tristi che vide Romolo,
e sursi " O Italia " annunziando
i sepolti son teco e i tuoi numi! "
Lieta del fato Brescia raccolsemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea,
Brescia leonessa d'Italia
beverata nel sangue nemico.